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RICORDANDO DON MICHELE


La notizia della scomparsa di Don Michele Marcantonio mi ha provocato un grande dispiacere. Don Michele è mancato la sera di venerdì 22 maggio 2009. Pochi giorni prima, lunedì 18 maggio, mi aveva telefonato dall’ospedale di Lucera, dove era ricoverato, con tono affannoso e sofferente, ricordandomi di mantenere la promessa e cioè che la Fondazione Famiglia Attilio Cascioli avrebbe provveduto alla pubblicazione della sua ultima opera intitolata “IL CATECHISMO DEL ROSETANO”. Il giorno seguente, martedì 19 maggio 2009, ho portato il manoscritto al Prof. Michele Urrasio per la presentazione; Don Michele, infatti, mi aveva raccomandato che il libro, dopo una breve introduzione del Presidente della Fondazione Famiglia Attilio Cascioli, Prof.ssa Giacomina Cascioli, doveva essere presentato dal Prof. Urrasio e dal Prof. De Matteis.
Purtroppo per questioni di tempo, la Fondazione non è riuscita ad accontentare Don Michele da vivo, ma lo farà da morto, non dimenticando tutto quello che ha fatto per Roseto e per i rosetani.
Nel mese di giugno 2007, partecipando ad un convegno letterario dove si parlava anche dell’importanza del dialetto, mi venne in mente di predisporre a Roseto il vocabolario italiano - rosetano. Nella prima riunione del Consiglio di Amministrazione della Fondazione questa proposta fu approvata all’unanimità e procedemmo alla richiesta di un rapporto di collaborazione con la Provincia di Foggia per ottenere il finanziamento del Servizio Civile.


Prima di presentare il progetto di Servizio Civile, però, avevo bisogno della disponibilità di un esperto in grado di seguire, guidare, consigliare, spiegare e scrivere correttamente il dialetto rosetano: pensai subito a Don Michele Marcantonio. Una mattina alle ore 8,30 lo aspettai all’uscita della sacrestia della Chiesa dell’Ave Maria, lo salutai e gli chiesi la sua collaborazione.
Mi guardò e disse: “Enrico, è una cosa seria?” Gli risposi di si riferendogli che, una volta approvato il progetto, ci saremmo avvalsi anche della collaborazione di sei giovani di Roseto. Mi abbracciò e mi ringraziò dicendomi che l’avevo reso felice perché quello da me proposto era un lavoro a cui lui aveva sempre pensato, ma ormai l’età e la stanchezza non gli avrebbero permesso di farlo da solo.
In breve tempo l’idea fu concretizzata con la presentazione di un progetto con il titolo “RISPOLVERIAMO IL DIALETTO” che fu approvato dal Servizio Civile Nazionale. Il lavoro partì il 04 febbraio 2008 con Don Michele Marcantonio coordinatore, con Enrico Monaco OLP e con sei giovani di Roseto Valfortore (Colucci Giuseppe, Capobianco Concetta, Falcone Nicola, Pappano Celeste, Scinto Mariella e Finelli Carlo). Il gruppo di giovani scelto si è rivelato eccezionale: hanno lavorato e hanno dato tanto alla Fondazione ma, allo stesso tempo, difficilmente potranno dimenticare tutto quello che hanno avuto come suggerimenti, spiegazioni, consigli, rimproveri e sollecitazioni dal nostro caro Don Michele.
Per un anno intero Don Michele è venuto nella sede della Fondazione, in Piazza Bartolomeo III di Capua, per seguire e guidare i ragazzi del Servizio Civile. Tutti i giorni portava il foglietto da trascrivere, la nuova parola da inserire nel vocabolario, le origini di un termine dialettale, il disegno da considerare e procedeva alle correzioni del lavoro trascritto dai giovani.
In questo anno è riuscito a creare interesse in tutti i giovani del Servizio Civile che sicuramente non lo dimenticheranno più; i suoi insegnamenti hanno contribuito ad arricchire la loro preparazione e la loro professionalità.
Grazie DON MICHELE PER QUELLO CHE CI HAI DATO , TI RICORDEREMO SEMPRE CON TANTA STIMA E ONOREREMO LA TUA MEMORIA.
Sto scrivendo questi appunti per la rivista “IL FORTORE “ che in tutti i numeri ha riportato articoli di Don Michele. Era e resterà un punto di riferimento della cultura a Roseto Valfortore.
In conclusione volevo anche ricordare che durante l’anno di lavoro presso la sede della Fondazione, Don Michele in qualche momento di distrazione dei giovani del Servizio Civile era solito dire: “ragazzi lavorate, non perdete tempo, fate presto perché sono vecchio e tra poco tornerò in Cielo dal Signore “.

 

 

 

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